Il ruolo che Martin Glavaš aveva nella rinascita della musica tradizionale istriana durante gli anni Sessanta è inestimabile. Ancora oggi la maggior parte dei suonatori utilizza strumenti da lui costruiti. Era nato nel villaggio di Bicici (Barbana), in una famiglia di buoni suonatori e kantaduri. Avendo trovato lavoro nel cantiere navale “Uljanik”, negli anni Cinquanta si trasferì a Pola. Nel 1970 costruisce la sua prima sopela, e quando due anni più tardi divenne pensionato, si dedicò attivamente alla loro costruzione. Costruiva tutti gli strumenti istriani a fiato di vecchia tradizione. A differenza della maggior parte dei costruttori, il mestiere non l’ha ereditato dal padre. Per questo motivo aveva cominciato a costruire le sopele, che conosceva di meno, imitando altri maestri e in particolare Miro Blažina Pikutar. Nel corso del tempo si è perfezionato, raggiungendo poi una superba qualità. Essendo un suonatore molto bravo, si è esibito molte volte, sia in patria che all'estero. Un significato particolare ha la sua collaborazione al progetto jazz di Boško Petrović Istria nel mio cuore. Tranquillo ma creativamente irrequieto, era alla costante ricerca di possibili progressi qualitativi, e incline alla sperimentazione nel campo della costruzione di strumenti tradizionali. Già durante la vita divenne una vera e propria leggenda.