Alfonso Konović di Fonte San Giorgio vicino a Barbana ha costruito a mano la sua prima sopela quando aveva diciassette anni. Il vicino di casa, più anziano, aveva una sopela che a volte gli prestava. Quando si sentì imbarazzato a causa dei prestiti costanti, decise di costruirsi uno strumento tutto suo. “Ho iniziato a cantare sui campi quando avevo quindici anni e a suonare quando da diciassettenne feci a mano questa roženica. Era il 1956. (…) Ero andato a prendere il legno e un anno dopo sono andato a lavorare, e l’ho fatta e utilizzata fino alla fine del servizio militare. Allora ho cominciato a lavorare e mi sono comprato una roženica più bella.” (Alfonso Konović) Alfonso è prima di tutto un suonatore, come dice “… sempre in giro per le nozze, e ogni domenica si andava a ballare. (…) Quand’eravamo giovani, l’intero villaggio era pieno di giovani, ci incontravamo così di sera, uscivamo e cantavamo. Avevo una stufa nella vecchia casa e lì ci incontravamo, qualcuno portava ogni tanto una bocaletta e cantavamo per due, tre ore di seguito. (…) Andavamo in giro cantando e avevamo l’armonica a bocca sulla quale suonavamo. E dopo tre anni mi sono comprato un’armonica con la quale uscivo e andavo in giro. (Alfonso Konović) A una costruzione più seria degli strumenti si è dedicato dal 2000, dopo aver acquistato un piccolo tornio e tutti gli strumenti necessari adattati alle esigenze della costruzione. Costruisce tutti gli strumenti tradizionali istriani e bocchini. Ha dedicato un’attenzione particolare alla sopelica, che non conosceva molto, e che considerava uno strumento dimenticato e trascurato. Un approccio attento alla sopelica e il suo adattamento alle dimensioni del piffero piccolo, l’hanno portato ad altri pensieri. Ha creato così uno strumento nuovo – la dvojnica sopelica. Esso può essere paragonato alle dvojnice (flauto doppio monoxile), le cui canne si separano nella parte inferiore, e con le quali condivide la stessa disposizione dei fori. Assomiglia, però, alla sopelica, e in più ha un suono specifico. “Tutti gli strumenti vengono in coppia, hanno due voci. Mišnice, šurle, dvojnice e roženice sono fatte in due per essere suonate in coppia, mentre la sopelica era una, suonava da sola e per questo era abbandonata, perché due voci son più belle di una. Allora ho cominciato a suonare con due sopelice, e il suono ottenuto era alquanto migliore così. Creava però disagio, tu ti muovevi e di conseguenza esse non concordavano ogni volta. E allora pensai come fare la sua coppia, ma in un unico pezzo. Avevo une dvojnice che non suonavano bene e che ho segato alla lunghezza di circa tredici centimetri. Le ance erano già costruite e ho fatto perciò i canaletti, perché se si trattava di dvojnice sopelice dovevano avere anche fori uguali. Il foro centrale si doveva trovare alla stessa altezza. Quando l’ho fatta, l’ho provata ed ero tutto felice! Adesso anche la sopelica ha la sua coppia.” (Alfonso Konović)